Presa di posizione per l’articolo “Tra Regazzi e Farinelli visione simile, ma strade diverse.”
A nome della Federazione Svizzera delle Levatrici – Sezione Ticino (FSL-TI) prendiamo posizione rispetto all’articolo apparso il 13 novembre nel giornale “La Regione” riportante il dibattito politico per il ballottaggio per gli Stati tra l’onorevole Regazzi e l’onorevole Farinelli.
In particolare, ci riferiamo all’argomento dei costi della salute in cui si è ricominciato a parlare di centralizzazione dell’offerta sanitaria.
Siamo però rimaste sconcertate leggendo quanto di seguito riportato del parere dell’onorevole Farinelli: “Bisogna avere il coraggio di dire che la qualità garantita in questo settore (maternità) oggi a Mendrisio non può essere la medesima di quella garantita a Lugano. Lo affermano gli specialisti: partorire a Lugano è più sicuro perché il numero di parti eseguiti li è molto maggiore e quindi c’è più esperienza per affrontare eventuali complicazioni.” Questa frase è a nostro parere fuorviante ed errata. Oltretutto il parere espresso genera preoccupazioni e ansie inutili nelle famiglie che si apprestano a dare alla luce il loro bambino nella struttura in questione.
L’unico criterio utilizzato dell’onorevole per valutare la qualità delle cure è quello del numero di parti delle varie strutture ospedaliere. Le nascite complessive sono calate in modo uniforme nelle maternità ticinesi e come si può notare dalle statistiche cantonali degli ultimi anni, la cifra dei parti tra Mendrisio e Lugano (maternità pubblica) è quasi simile. Non è quindi possibile prendere Lugano come un servizio da imitare.
Potremmo al contrario e provocatoriamente, asserire che la maternità di Lugano, sulla base dei rendiconti statistici, offre anch’essa delle cure di scarsa qualità. Ma ovviamente non è il caso. Infatti noi crediamo che i vari punti nascita del nostro territorio siano il luogo di lavoro di validi professionisti che offrono delle prestazioni di qualità indipendentemente dal computo delle attività delle sale parto. Se la sicurezza non fosse garantita allo stesso modo nei vari servizi di maternità ticinesi, saremmo in prima linea a segnalarlo ed estremamente preoccupate che i dirigenti non intervengano a tale proposito.
A nostro parere, la qualità delle prestazioni e delle cure infatti non può decisamente essere valutata attraverso le statistiche, ma dipende da molti fattori: per citarne uno che ci sta molto a cuore la distinzione fra gravidanza fisiologica e la gravidanza a rischio. Per quest’ultime situazioni, rimane di riferimento l’ospedale San Giovanni
di Bellinzona dove, oltre alla centralizzazione della patologia ostetrica, l’équipe di neonatologia permette cure più acute anche al neonato. In tutte le altre gravidanze, dette a basso rischio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’International Conference of Midwifery, sulla base di numerosi studi scientifici, raccomandano un’assistenza puramente ostetrica e quindi possibile anche di prossimità. Per le nascite a basso rischio, non soltanto partorire in una piccola struttura ospedaliera, a domicilio o in una casa nascita sarebbe più sicuro per la mamma e il bambino, ma questa scelta, nel sistema sanitario svizzero, risulterebbe 4-5 volte meno cara rispetto ad un parto in ospedale.
Nell’articolo l’Onorevole Farinelli continua e si interroga così “La domanda da farsi è: quanto siamo disposti a sacrificare della qualità per favorire la prossimità?”
Ovvio che la continua crescita della spesa sanitaria è una preoccupazione condivisa e le possibili soluzioni sono complesse. Se si debba o meno mantenere tutti i punti nascita del nostro territorio è una questione di pianificazione per la quale si possono avere pareri discordanti. Desideriamo esprimere un concetto che forse per molti non è chiaro: i reparti di maternità non hanno le stesse caratteristiche di altri settori ospedalieri. Se la politica ticinese si prendesse il tempo di conoscere le linee guida internazionali rispetto alla presa a carico delle donne incinta sarebbe una conquista rivoluzionaria che influirebbe positivamente sulla qualità delle cure, la sicurezza dei pazienti, i costi della salute e la soddisfazione del vissuto delle famiglie. Nel dibattito politico dovrebbero essere tenute in conto non solo gli aspetti economici, ma anche altre opzioni innovative che sono attuate con successo e sicurezza in altre realtà nazionali che permettono di mantenere prossimità e qualità.
L’argomento della centralizzazione dell’offerta sanitaria nelle maternità è quindi molto più ampio di quanto esplicitato nell’articolo del 13 novembre 2023.
Nelle ultime settimane si parla molto di violenza ostetrica e riteniamo, che nonostante i grandi passi avanti del personale nella presa a carico delle pazienti, sia importante riconoscere la sofferenza che questi abusi possano generare in una fase della vita molto delicata della donna. Questo particolare fenomeno non è legato alla sicurezza delle cure e si nasconde in modo subdolo assumendo forme difficili da riconoscere a prima vista. Riteniamo però che forse il 13 novembre la violenza ostetrica si è insinuata in alcune frasi di un articolo creando instabilità e interrogativi nelle donne che si accingono a partorire nella maternità di Mendrisio.
Abbiamo ovviamente già provveduto a segnalare queste nostre opinioni all’Onorevole Farinelli e al giornale “La Regione”.
Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti.
A nome della Federazione Svizzera delle levatrici-Sezione Ticino
Veronica Grandi e Fabienne Farine